27 Gen 27 gennaio, giorno internazionale della memoria
“Non odiare e non vendicarsi, ma allo stesso tempo non dimenticare. Essere forti per gli altri oltre che per sé stessi”, queste le parole di Liliana Segre rilasciate in un’intervista al Vatican News nel 2020 e con queste noi ricordiamo oggi, 27 gennaio, dello sterminio degli ebrei, omosessuali, zingari, malati di mente, avversari politici e testimoni di Geova nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale. Parole che ci dovrebbero fare riflettere in realtà ogni giorno. Perché, come affermava Primo Levi, non dimenticare è un dovere. Perché le cose che si dimenticano, possono ritornare. La memoria è fondamentale.
La giornata della memoria a Firenze
Molte anche quest’anno, le iniziative e le manifestazioni (alcune chiuse al pubblico causa Covid) nel nostro Paese per questa giornata. Anche nelle nostre scuole vengono raccontate tante storie, proprio per tenere viva la memoria.
Noi di askmeflorence vorremo contribuire a mantenere acceso il ricordo con un ricordo di un grande uomo, Gino Bartali. Un racconto incredibile, una storia fiorentina, ma dal valore nazionale.
Gino Bartali, l’eroe in bicicletta
Quando nominiamo Bartali, pensiamo al grande campione del ciclismo e alle sue numerose vittorie. Ma ce n’è una in particolare, la più importante, anche se purtroppo è la meno conosciuta, che lo ha consacrato come eroe e, dal 2013, come uno dei giusti tra le Nazioni di Yad Vashem.
Un’impresa eccezionale la sua: trasportando nel tubo della sua bicicletta documenti falsi, è riuscito salvare circa 800 persone.
Una storia che ha il sapore di una favola
Si, avete capito bene, ben 800 le vite salvate dal “Ginettaccio” tra il 1943 e il 1944 con il suo mezzo preferito.
Dopo l’occupazione nazista del nostro paese a seguito dell’armistizio dell’8 settembre, Bartali decise di sostenere e di far parte di un’organizzazione ebraico- cristiana, per salvare gli ebrei. A capo di tale organizzazione c’era il rabbino di Firenze Natan Cassuto e l’arcivescovo di Firenze Elia dalla Costa.
Compito di Bartali: fare da corriere, trasportando i documenti falsi nella sua bicicletta con la scusa di allenarsi.
Consapevole dell’enorme rischio che correva, dopo essersi messo d’accordo con una tipografia di Assisi, Bartali, dall’autunno del 1943, percorreva, ben 185 km avanti e indietro, consegnando carte e documenti all’arcivescovo di Firenze, Elia Dalla Costa, che provvedeva a distribuirli agli ebrei per farli espatriare.
Fermato ed arrestato dalla polizia fascista, Bartali venne interrogato dal temutissimo comandante Mario Carità, che fortunatamente non controllò mai la sua bicicletta e per questo venne poi rilasciato.
Viene a scoprire con noi la storia di Bartali
Cosí il nostro campione motivava il suo silenzio riguardo a tutta questa storia; non voleva che si raccontasse le sue gesta “se non a tempo debito”. Per questo che ci sono voluti anni prima che la vicenda fosse resa nota, proprio dal figlio, nel libro “Gino Bartali, mio papà”.
Da lunedì 25 gennaio è stata riaperta al pubblico la bellissima Sinagoga di Firenze. Un luogo affascinante, unico, emozionante e sicuramente un’ottima opportunità per conoscere ed approfondire la storia di Bartali e degli ebrei a Firenze. Al museo della Sinagoga si trova proprio una sala a lui dedicata!
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